AVVISO IMPORTANTE PER CHIUNQUE ABBIA PROVATO A CONTATTARMI: HO AVUTO DEI PROBLEMI CON LA RICEZIONE DELLE CHIAMATE SUL MIO CELLULARE -3456887077-Ora, dovrebbe essere tutto risolto, in qualsiasi caso, se non doveste riuscire a chiamarmi, contattatemi pure tramite messaggi o chiamate Whatsapp.
questi tempi stanno mettendo tutti a dura prova, costringendoci a vivere dei momenti diametralmente opposti tra di loro. Se da una parte abbiamo voglia di ripartire a di riprendere, dall’altra troviamo l’emozione forte della paura. Chi soffre di ansia, attacchi di panico o chi è sottoposto a stress giornaliero dato da una serie di fattori che vanno al di fuori dei propri voleri, in questo momento particolare ne viene a rimettere ancora di più, sperimentando spesso la sensazione di abbandono, vuoto o paura.
Tramite questo corso le persone si potranno rimettere in gioco, imparando una tecnica che potrà aiutare a risentirsi, che potrà aiutare a prendere consapevolezza del proprio volere, dei propri stati emotivi e che potrà portare ad avere dei benefici a breve ed a lungo termine.
Queste 5 videolezioni verteranno sia sulla pratica che sulla teoria inerente la mindfulness. Saranno indicate sia per chi ha già effettuato questa tecnica, sia per chi è novello. Avranno una durata di 50 minuti ad un costo totale di 75 euro per persona singola, 110 a coppia.
Avrete tempo per iscrivervi fino al 10 aprile, le lezioni partiranno nella settimana successiva.
Per ulteriori informazioni non esitate nel contattarmi via mail: ilaria.vai@libero.it o tramite whatsapp /sia telefonicamente che per messaggi): 3456887077
Mai come in questi giorni è importante che la nostra comunità professionale metta al servizio della società le proprie competenze, mai come in questi giorni il contributo di ognuno di noi può fare la differenza per chi sta soffrendo.
In un momento difficile, dove ciò che non conosciamo ci mette a dura prova e può generare paura e preoccupazione, psicologhe e psicologi possono aiutarti con gli strumenti adatti a gestire al meglio la situazione.
A fronte dell’emergenza che stiamo vivendo, tutte le sedute verranno effettuate tramite piattaforme informatiche come: Skype, Whatsapp, Face Time o tramite chiamate tramite Whatsapp.
L’iniziativa #lopsicologotiaiuta permetterà a tutte quelle persone che ad oggi si trovano in difficoltà causa covid-19 di ricevere un supporto psicologico, dato da un professionista, in modo del tutto gratuito.
Contattami (solo) tramite Whatsapp e ci metteremo d’accordo sulla modalità da attuare.
Vorrei partire dal presupposto che in ogni giornata della nostra vita si dovrebbe pensare, almeno un minuto, a tutte quelle vittime di soprusi, violenze psichiche, verbali e fisiche alle quali va incontro ogni persona: donna , bambino o uomo che sia…
Ma oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, dunque, mi pare giusto, mettervi difronte a “due” dati statistici forniti e diffusi da Istat e Polizia: l’ultimo report diffuso dalla Polizia di Stato, con i dati aggiornati al 2019, parla di 88 vittime ogni giorno: una donna ogni 15 minuti. L’Istat – in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità e le Regioni – ha condotto laprima indagine sui 281 centri anti-violenza in Italia, diffusa a fine ottobre, secondo la quale nel 2017 si sono rivolte ai centri anti-violenza 43.467 donne (15,5 ogni 10 mila). Il 67,2% ha iniziato un percorso di uscita dalla violenza (10,7 ogni 10 mila). Tra quelle che hanno iniziato questo percorso, il 63,7% ha figli,minorenni nel 72,8% dei casi.
DATO ALLARMANTE VERO?
Ma quali tipi di violenze si possono subire? E qual’è la forma di violenza che detiene la percentuale maggiore?
Quella Psicologica con il 73,6 percento! Di cosa si tratta? Si tratta di una violenza quotidiana, fatta di denigrazione, svalutazione e umiliazioni continue. Molte delle donne che si rivolgono ad un terapeuta, in quanto vittime di violenza anche fisica, ricordano più le offese del partner che uno schiaffo. Molte di queste donne, inserite nei percorsi di recupero, non sono mai state brutalmente picchiate. Di sangue ce n’è, purtroppo, e negli ultimi anni sempre di più. Ma il punto è capire che il problema è il potere, la sopraffazione, l’intenzione degli uomini di mettere un limite alla vita delle donne».
Perché non tutte le donne vittime di violenza riescono a denunciare? NON PENSIATE AFFATTO CHE POSSA ESSERE UNA COSA SEMPLICE!!!! INFATTI….
«Queste donne si sentono in trappola. Se denunciano tardi il padre violento sono considerate madri poco tutelanti, se denunciato per tutelare i propri figli sono considerate madri alienanti e i figli non vengono affidati alle madri. C’è un arretramento in questo senso. Anni fa non ne parlava nessuno, la violenza era difficilmente riconosciuta e riuscivamo paradossalmente a proteggere di più le donne, nonostante le minori risorse. Ora che se ne parla ed esistono strumenti normativi nuovi, la situazione è peggiorata, per le donne e per i BAMBINI, che non vengono ascoltati. Prima dei diritti dei bambini vengono i diritti dei padri».
E I BAMBINI…..
In Italia, secondo gli ultimi dati diffusi da Save The Children sulla violenza “assistita”, si stima che 427 mila minori, in soli cinque anni, abbiano vissuto la violenza tra le mura di casa nei confronti delle loro mamme, nella quasi totalità dei casi compiute per mano dell’uomo. In quasi la metà dei casi di violenza domestica (48,5%), i figli hanno assistito direttamente ai maltrattamenti, una percentuale che supera la soglia del 50% al nord-ovest, al nord-est e al sud, mentre in più di 1 caso su 10 (12,7%) le donne dichiarano che i propri bambini sono stati a loro volta vittime dirette dei soprusi per mano dei loro padri.
Per quanto riguarda gli autori delle violenze, i dati sulle condanne con sentenza irrevocabile per maltrattamento in famiglia evidenziano che nella quasi totalità dei casi (94%) i condannati sono uomini e che la fascia di età maggiormente interessata è quella tra i 25 e i 54 anni, l’arco temporale nel quale solitamente si diventa padri o lo si è già.
IN 6 CASI SU 10 E’ IL PARTNER:
Alla base dei femminicidi ci sono, nella maggior parte dei casi, motivi legati a un’idea malata di possesso, mancanza di accettazione di una separazione, gelosia incontrollabile anche successivamente al divorzio, non accettazione di una nuova storia d’amore dell’ex partner.
Dati allarmanti, statistiche che fanno rabbrividire…eppure è tutto reale, tutto tristemente reale.
Ed è per questo che dobbiamo condividere il più possibile, facendo aprire gli occhi, forzando quel muro di carta pesta…Condividiamo…Stiamo vicini…Prendiamo consapevolezza.